Cos’è un plinto e perché è importante nell’edilizia

Il contesto edilizio è ricco di elementi e strutture essenziali che abitualmente siamo soliti dare per scontati in presenza di realizzazioni architettoniche già ultimate. In realtà, il settore è ricco di elementi fondamentali, talvolta anche poco noti o di piccole dimensioni, che incidono sulle peculiarità e caratteristiche funzionali di determinati edifici.

In particolare, tra gli elementi edilizi più utili e versatili è da segnalare il plinto. Questo basamento in calcestruzzo magro rappresenta una garanzia in termini di stabilità e resistenza, soprattutto in termini di reazione al peso e alle sollecitazioni di diversa matrice.

La sua versatilità implica tipologie che differiscono sia per dimensioni che per struttura, oltre che per caratteristiche prettamente strutturali. Si adatta infatti in maniera coerente con le differenti condizioni ambientali in relazione alle opere architettoniche da edificare, rendendo così più agevole la collocazione di elementi decisamente più elaborati. Con l’ausilio di supporti come travi e perni aggiuntivi è in grado di equilibrare il peso delle strutture verticali garantendo un effettiva riduzione delle crepe nei muri esterni come ad esempio di un pilastro su un plinto isolato.

Le pareti edificate su questo genere di base sono infatti meno esposte a questa tipologia di problema; ciò è possibile grazie ad una più efficace gestione dei movimenti del terreno sottostante e delle azioni esterne.

Cos’è un plinto in edilizia

Come sottolineato precedentemente, i meno avvezzi al mondo dell’edilizia difficilmente conosceranno alcuni elementi strutturali che risultano essenziali per realizzare determinate strutture funzionali.

Ad esempio, il plinto risulta tra i riferimenti meno noti nonostante le numerose caratteristiche e finalità che lo definiscono. In edilizia, il plinto è una sorta di trave rovesciata, realizzata di consueto in calcestruzzo armato con tendenza rientrante. Il suo utilizzo è fondamentale dal punto di vista del sostegno; garantisce infatti una base d’appoggio capace di garantire sia una discreta resistenza al peso sia efficaci proprietà isolanti. Nello specifico, si tratta di una struttura ottimizzata per resistere ai rischi di cedimento senza la necessità di apportare costanti analisi sulla sicurezza.

Il plinto può essere piuttosto variabile dal punto di vista della tipologia, a seconda degli usi dal punto di vista geometrico. I più noti sono decisamente quelli a gradoni e con sotto-pilastro; sono altrettanto comuni anche le strutture rigide, tozze, o a piastra flessibile. Inoltre, in base a determinate caratteristiche del luogo di lavoro o in relazione a specifiche necessità pratiche, bisogna distinguere il plinto su pali e quello prefabbricato. Nel primo caso, si tratta di una struttura utilizzata principalmente quando il terreno su cui dovrà poggiare l’elemento dimostra bassi livelli di portata.

Infatti, in tali circostanze è essenziale rendere la base d’appoggio decisamente più solida vista la deterrenza del terreno. Il rischio di crollo è infatti il primo da scongiurare mediante l’utilizzo di questa categoria di plinto. La seconda tipologia è invece più frequente ad esempio per una casa prefabbricata per rafforzare ulteriormente le fondamenta.

Questo genere di abitazioni prevedono infatti alcune caratteristiche sia strutturali che architettoniche che implicano necessariamente una base d’appoggio che sia non solo solida ma anche duttile dal punto di vista della gestione del peso. Per questa categoria bisogna infatti distinguere i plinti a base rettangolare da quelli a base quadrata. Entrambe le strutture determinano le medesime peculiarità dal punto di vista fisico ma con finalità che differiscono leggermente.

Nello specifico, la base rettangolare risulta più estesa in lunghezza a vantaggio di strutture abitative che si estendono nella medesima modalità. Al contrario, i plinti prefabbricati con base quadrata risultano ottimi per una concentrazione del peso che pende principalmente sulla porzione centrale. Infatti, la struttura permette una concentrazione del peso coerente con l’asse di riferimento della struttura verticale.
Considerate le caratteristiche di un plinto dal punto di vista generico, essendo una struttura prettamente portante e sviluppata come base, può essere utilizzata anche dal punto di vista urbanistico.

Nello specifico, alcune componenti essenziali per il settore stradale possono richiedere un basamento che regga edificazioni dalle differenti caratteristiche strutturali con asse verticale. Un esempio pratico è rappresentato dai lampioni. In questa casistica, il plinto non offre unicamente un supporto dal punto di vista logistico e quindi in termini di stabilità.

La sua funzione è infatti anche contenitiva; possono infatti essere realizzati in maniera cava così da essere utilizzati come contenitori di tutta la rete elettrica che prevede il funzionamento dell’illuminazione. In questo modo, l’ipotetico groviglio di fili e condotti sono tutelati dalle intemperie e da una maggiore organizzazione laddove dovessero essere necessarie opere di manutenzione sia di routine che straordinarie.

Come è fatto un plinto

Chiarite le caratteristiche essenziali del plinto, è importante sottolineare quanto le peculiarità dal punto di vista strutturale possano essere altrettanto varie in relazione all’uso e alle circostanze logistiche. In linea generale, come già accennato il materiale dominante è il calcestruzzo armato, con eventuali elementi di rinforzo laddove sia necessario in base alla finalità edilizia.

Ad esempio, possono essere necessarie altre componenti nel momento in cui il plinto risulti adoperato per rinforzare le fondazioni isolate degli edifici. Il materiale fondamentale è comunque il magrone (anche conosciuto come calcestruzzo magro); esso risulta fondamentale al fine di garantire la massima compattezza a tutta la superficie d’appoggio. Il plinto è infatti sommariamente un basamento, utilizzato per reggere strutture perpendicolari con finalità di sostegno con determinate capacità di peso. In riferimento alle dimensioni, questa componente edilizia può avere valori variabili a seconda della tipologia di lavorazione. Genericamente, oscilla tra 50 e 70 cm mentre ogni lato è di circa 1 metro.

Il plinto in sezione, vista la versatilità di utilizzo e la variabilità delle condizioni logistiche, può essere realizzato tanto in forma cubica che a trapezio. Altrettanto comune è definirli a forma di rettangolo con capacità di altezza decisamente più elevate rispetto alle altre tipologie, a discapito dell’ampiezza del basamento. L’insieme di queste caratteristiche si applica in maniera pertinente alle diverse tipologie strutturali precedentemente elencate.

Nello specifico, il plinto di confine, caratterizzato dalla disposizione di un unico pilastro alla base, può essere considerato zoppo o con trave di fondazione. Nel primo caso, la porzione basica sarà a forma di rettangolo con il pilastro posto esattamente al centro della base. Nella seconda tipologia invece è necessario l’ausilio di un ulteriore elemento collante tra la struttura perpendicolare e la base del plinto. La sua forma può inoltre variare in funzione al numero di pali posti sulla pianta; può infatti essere triangolare, quadrato o rettangolare. Tali forme si riferiscono rispettivamente a un numero discendente di pali che va da 4 a 2.

Le caratteristiche strutturali dei plinti, ottimizzate per rendere più sicure le abitazioni, offrono quindi una varietà di peculiarità utili e funzionali. Non a caso tra i consigli per vivere meglio in casa è da segnalare la necessità architettonica di usufruire di abitazioni sempre predisposte con tale elemento edilizio. Il grado di sicurezza garantito dalle abitazioni poggianti sui plinti è decisamente superiore a qualsiasi altra tipologia di soluzione architettonica.

Cosa sono i plinti e che funzioni hanno

Definire le caratteristiche estetiche dei plinti non chiarisce del tutto quelle che sono le molteplici funzionalità attribuibili. Infatti, queste strutture edilizie nascono essenzialmente come supporto basico in grado di reggere pesi ingenti con differenti disposizioni architettoniche aggiuntive come pali e travi. Ogni sua caratteristica si adatta in maniera coerente con condizioni sia logistiche che funzionali, al fine di ottimizzare standard di sicurezza e di resistenza.

Chiaramente, questi valori sono attribuibili sia ai rischi accidentali che all’usura del tempo. Entrambe le eventualità sono scongiurate in maniera ottimale da questa tipologia di supporto edilizio. La base tendenzialmente rettangolare funge quindi da base d’appoggio con supporti aggiuntivi atti ad ergere e sostenere edifici e realizzazioni architettoniche anche piuttosto elaborate.

Le funzioni dei plinti differiscono quindi per condizioni e caratteristiche strutturali; bisogna per cui distinguere il fine dell’elemento in funzione del caso specifico. Ogni condizione implica una determinata tipologia con differenze evidenti in termini di forma e consistenza. Entrando nel merito delle funzioni ascrivibili alle diverse tipologie di plinto, è possibile partire dalla loro utilità effettiva per le aree ad alto rischio sismico.

Grazie ad una rete di sostegno definita dall’intreccio di travi, i plinti sono essenziali per ridurre i movimenti in orizzontale tipici dei terremoti sia di bassa che di alta intensità. Chiaramente, il tutto viene organizzato dal punto di vista realizzativo al fine da resistere sia ad eventuali porzioni perpendicolari dal peso ingente, sia a forze impreviste che determinano la compressione della base d’appoggio delle travi.

I plinti di confine invece, prevedono funzioni prettamente pratiche; spesso determinate strutture possono oltrepassare la zona di competenza in maniera illegittima. Tali strutture servono quindi ad evitare tale problema preservando comunque la stabilità della struttura.

Per quanto concerne invece i plinti su pali, essi presentano doti particolari in termini di sostegno anche in condizioni impeditive del terreno. Infatti, un manto particolarmente sensibile e poco adatto alla costruzione può essere trasformato in qualcosa di estremamente solido proprio grazie alla dotazione di questa specifica tipologia di plinto. Il peso della struttura perpendicolare viene infatti diviso dai pilastri posizionati sulla base della struttura, distribuendo il tutto sulla superficie evitando sollecitazioni particolari del terreno. Infine, da menzionare anche le funzioni del già citato plinto prefabbricato; si tratta di una soluzione utile per soluzioni abitative o tipologie di edifici definiti proprio come prefabbricati. Queste strutture infatti, risultando più esili dal punto di vista dei materiali di lavorazione ma comunque ingenti come peso, necessitano di una base d’appoggio solida e con discreta fermezza anche in condizioni di rischio sismico.

A prescindere dalle singole finalità che definiscono le diverse tipologie di plinto, tale struttura è quindi fondamentale per un utilizzo che abbia come obiettivo la stabilità e il sostegno affidabile. Le nuove tecnologie e avanguardie in termini architettonici possono prevedere infatti capacità di peso per nulla banali. Tali circostanze implicano necessariamente un supporto basico che garantisca una corposa risposta sia alle sollecitazioni strutturali che a quelle derivanti da agenti esterni.

Chiaramente, la base unica del plinto non può da sola garantire sicurezza e una risposta efficiente alla variabilità della capacità di peso. Per questa ragione, l’aggiunta di reti trasversali o perpendicolari di travi e pali è fondamentale per scaricare al meglio la forza in pressione che viene poi assorbita dalla base del parallelepipedo.

Non a caso, come già sottolineato i plinti risultano di prim’ordine quando si tratta di garantire alla struttura architettonica un effettivo grado di sicurezza contro le avversità tipiche delle zone sismiche. Un terremoto improvviso espone infatti un ipotetica struttura perpendicolare al terreno, un’ampia gamma e variabilità di sollecitazioni, sia orizzontali che verticali. In mancanza di un elemento di sostegno e di forza come per l’appunto il plinto i danni potrebbero essere ingenti. Tale elemento edilizio è quindi ottimizzato per ridurre al minimo i rischi di caduta e crollo, oltre alle caratteristiche intrinseche di stabilità e gestione del peso in altezza.