Curriculum vitae per lavorare all’estero: cosa fare e cosa no

Trovare lavoro non è mai una cosa facile, soprattutto di questi tempi. Nel nostro Paese, soprattutto in certi settori, è molto complicato trovare lavoro nella posizione più adatta alle proprie competenze ed è per questo che tantissimi giovani scelgono di tentare la sorte all’estero. Naturalmente non si tratta di avere fortuna, ma di avere le conoscenze e le capacità per candidarsi a una determinata posizione. Per avere delle possibilità, però, bisogna iniziare proprio dal curriculum vitae. Non si può e non si deve improvvisare.

Curriculum vitae per l’estero, da dove si comincia

Il curriculum è come un biglietto da visita e, soprattutto quando s’intende trovare lavoro all’estero, si devono rispettare delle regole non scritte, ma che di fatto servono ai recruiter per scremare. Gli addetti alla selezione del personale, soprattutto quelli di grandi aziende, ricevono ogni giorno centinaia di curriculum, facile pensare che debbano trovare quello che davvero li colpisca tra tutti.

Bisogna quindi scrivere un curriculum che abbia una struttura lineare, ma che al contempo contenga tutte le informazioni utili affinché, a colpo d’occhio, il responsabile possa farsi un’idea su di voi, magari trovarvi interessanti e convocarvi per un colloquio.

Normalmente, per candidarsi all’estero si utilizza il formato Europass, ma esistono differenti template per curriculum che permettono di creare in modo rapido e semplice un curriculum efficace.

Il primo step è quindi quello di fare una piccola ricerca sull’azienda per la quale ci stiamo candidando. Si trovano tante informazioni anche sui social e questo serve per capire qual è la loro mission, quale la vision e, soprattutto, cosa cercano. Una volta che si possiedono queste informazioni il curriculum sarà assolutamente mirato.

Cosa inserire sempre

Le informazioni sul nostro conto sono essenziali quindi, a prescindere dal formato che si andrà a scegliere, si dovranno sempre inserire i dati personali, quindi i dati anagrafici, ma soprattutto i contatti, recapito telefonico ed email.

Un’altra sezione deve essere dedicata alle informazioni inerenti all’istruzione e la formazione professionale. Qui dobbiamo inserire i nostri titoli di studio ed eventuali certificazioni, soprattutto quelle informatiche e di lingue, che sono molto gradite all’estero.

La sezione successiva deve essere dedicata alle esperienze lavorative. Non mettiamole tutte dalla notte dei tempi. Dobbiamo inserire solamente le esperienze lavorative che sono attinenti con la nuova mansione per la quale ci stiamo candidando o che abbiano comunque una rilevanza tale da non poter essere escluse.

Si dovrebbero sempre indicare anche gli stage o le mansioni non retribuite se queste hanno un interesse in merito alla posizione per cui ci stiamo applicando.

Le competenze personali, le skills, devono sempre essere menzionate, in particolare quelle che mettono in evidenza capacità quale il problem solving. Una persona in grado di fronteggiare gli imprevisti e di trovare la soluzione è molto apprezzata dalle aziende. Se a questa skill aggiungiamo anche attitudini quali flessibilità e capacità di lavorare in team, è molto probabile fare colpo sul recruiter.

Non troppo lungo né troppo corto

Il curriculum deve essere redatto in lingua. Se ci si candida per una posizione in spagna, ma non si conosce lo spagnolo e non è richiesto dalla posizione aperta, allora si può scrivere il curriculum anche in inglese. Se invece si conosce la lingua del luogo in cui ci si sta candidando, è sempre buona prassi utilizzare quella, magari segnalando anche tutte le altre lingue che si conoscono e il livello di conoscenza.

Ricordate che il dono della sintesi è considerata una competenza importante, quindi è fondamentale non essere prolissi e non aggiungere informazioni che non siano essenziali. Non conta la lunghezza, ma il contenuto. Un buon curriculum deve avere una struttura logica e non dovrebbe superare le tre pagine.