Eruzione vulcanica, cosa succede prima?

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Prendendo spunto dall’articolo pubblicato settimana scorsa dal sito giornalenotizie.online sulla recente eruzione dell’Etna, ci siamo incuriositi di quest’argomento ed abbiamo deciso di approfondire il discorso su che cosa succede prima che un vulcano erutti. Stabilire preventivamente, e quindi a distanza di tanto tempo, quando un vulcano farà il suo risveglio al momento non è possibile, anche se scienziati e ricercatori di tutto il mondo stanno portando avanti degli studi in merito.

Tuttavia quando l’eruzione sta per compiersi ci sono dei segnali che possiamo definire rivelatori. A rilevarli, e quindi monitorarli, ci pensano i sismologi ed i geologi, dato che è proprio la loro materia. Lo chiariamo in quanto non si tratta di fenomeni così facilmente osservabili dai non esperti come nel caso delle nuvole scure che preannunciano pioggia.

Stando alle osservazioni di un gruppo di vulcanologi dell’Università di Oxford e dell’Università dell’Islanda ciò che precede un’attività vulcanica è una grande calma. A tal proposito, la portavoce Diana Roman ha specificato che la quieta assoluta cui si fa riferimento nel periodo antecedente ad un evento vulcanico esplosivo si rintraccia, e si caratterizza, in un’assenza di scosse sismiche e in una mancata esalazione di fumi.

Segnaliamo per esempio che per il vulcano Telica 35 volte su 50 prima di un’attività eruttiva è intercorso un periodo di 30 minuti in cui sembrava che esso si fosse acquietato. Il vulcano Telica si trova in Nicaragua ed è uno stratovulcano, la sua forma è conica e si è formata dall’accumulo di lava induritasi nel tempo, eruzione dopo eruzione.

Nei restanti 13 casi invece i periodi di calma registrati sono stati molto più brevi, di circa 5 minuti e solo due volte è successo che questa quiete non si sia verificata.
Ciò che è interessante è il fatto che gli scienziati sono tutti d’accordo nel sostenere che la potenza dell’esplosione è collegata al periodo di quiete. Quindi, potenza e lunghezza sono correlate tra di loro, quindi negli intervalli di 30 minuti la pressione sul magma in uscita è ben superiore di quella misurata negli intervalli di 5 minuti e, di conseguenza, lo scoppio generato è stato più potente.

Per concludere, ricordiamo che stiamo parlando delle eruzione dei vulcani intese come eventi che nascono dalle zone più remote, in termini di profondità, della Terra, e che salgono fino alla superficie con forza, portando con sé esplosioni di gas e fuoriuscite e colate di lava. Si tratta dunque di fenomeni naturali indubbiamente affascinanti, uno spettacolo a cui assistere, che tuttavia per l’uomo e l’ambiente è parecchio pericoloso. E circa le esplosioni, infine, ci teniamo a specificare che non sono una costante che si presenta sempre. Esse avvengono infatti esclusivamente nei vulcani che vengono definiti esplosivi, vale a dire quelli che hanno il cratere coperto da uno strato di lava e di roccia indurita. Quest’ostruzione funziona quindi come un tappo e quando da sotto il magma esercita la sua pressione per uscire genera uno scoppio così potente da diventare una vera e propria esplosione di lava e gas insieme.