Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione per l’anno 2021/22, in Italia ci sono oltre 684 mila docenti, dei quali 172 mila sono insegnanti di sostegno. Numeri che negli ultimi decenni sono cresciuti, anche perché si sono moltiplicate le materie e gli indirizzi scolastici. Eppure questi dati non riescono a coprire il fabbisogno della scuola, che necessiterebbe di molte più unità per rispondere alle esigenze degli studenti e agli obiettivi formativi da raggiungere in Europa. Il governo ha individuato una carenza di almeno 94 mila unità al momento, ma all’atto pratico si calcola una richiesta di almeno 150 mila professionisti.
La scuola quindi, nonostante i problemi strutturali e organizzativi, resta comunque un settore che offre costantemente possibilità ed è indicato per tutte le persone che desiderano guidare nella crescita gli studenti fino alla maggiore età. Per diventare insegnante di scuola media o elementare l’iter di formazione non è completamente prestabilito, anche se un titolo universitario come una laurea in Scienze della Formazione è assolutamente consigliato per avere maggiori punteggi nelle graduatorie per le supplenze e per aspirare a un’assunzione di ruolo nei concorsi. I percorsi che portano all’abilitazione come insegnante sono inoltre disponibili anche online, con i corsi di laurea di università quali Unicusano, che permettono di conseguire il titolo in modalità telematica. Un’opportunità che aiuta a conciliare studio e lavoro grazie all’opportunità di poter seguire le lezioni in maniera autonoma, senza obbligo di orari. Scopriamo insieme qual è il percorso ideale che permette un accesso più immediato nel mondo dell’educazione.
Come diventare insegnante di scuola media
Per accedere alla carriera di insegnante per la scuola secondaria di I grado (la scuola media) è obbligatorio aver conseguito una laurea magistrale, specialistica o vecchio ordinamento per una specifica classe di concorso. Per conoscere la classe di concorso e le caratteristiche di ognuna è necessario consultare le tabelle ministeriali che sono sempre aggiornate in base alle classi di concorso previste e i titoli richiesti per accedervi. Alcuni insegnamenti sono vincolati a specifici esami o crediti minimi che vanno inseriti nel piano di studi. Il consiglio è quindi quello di valutare già al momento dell’iscrizione all’università il percorso più adatto per poter partecipare a eventuali concorsi nella scuola senza avere problemi di accesso e di verificare l’utilità del piano di studi di anno in anno.
Se un aspirante insegnante dovesse essere in debito con alcuni crediti per la classe di concorso alla quale intende partecipare, potrà integrare i crediti iscrivendosi a corsi singoli offerti dai vari corsi di laurea e colmare la mancanza nel settore scientifico disciplinare di riferimento. Ci sono inoltre alcuni titoli di studio che permettono di accedere a diverse classi di concorso e quindi, dopo le dovute verifiche del possesso di tutti i crediti, ci si può inserire nelle graduatorie di III fascia per incarichi di supplenza a tempo determinato, seguendo le modalità stabilite dagli uffici scolastici e dai singoli istituti.
Per diventare invece insegnante di ruolo l’iter è diverso ed è attualmente regolamentata dalla riforma delle procedure di reclutamento degli insegnanti per la scuola secondaria di I e II grado introdotta dalla legge di bilancio 2019. Il decreto stabilisce che possono entrare di ruolo tutte le persone in possesso dei requisiti indicati nelle tabelle ministeriali e dei 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie didattiche partecipando a concorsi banditi dal governo con cadenza biennale. I vincitori del concorso, prima di confermare il ruolo, dovranno seguire un percorso annuale di prova e di formazione con valutazione finale. Un 10% dei posti banditi a concorso è invece riservato agli insegnanti con almeno 3 anni di servizio negli ultimi otto accedendo in deroga al possesso dei 24 CFU.
Il percorso per diventare insegnante di scuola elementare
Per insegnare nella scuola primaria bisogna essere in possesso di una laurea magistrale di 5 anni e tirocinio diretto e indiretto di 600 ore complessive, pari a 24 CFU, che inizia al II anno di iscrizione all’università. L’abilitazione all’insegnamento si ottiene dopo la discussione della tesi finale e della relazione di tirocinio. L’abilitazione permette l’ingresso nelle graduatorie di istituto di II fascia per incarichi a tempo determinato, ossia le supplenze. Chi ha conseguito il diploma di Istituto o Scuola magistrale e diploma di liceo Socio-Psico-Pedagogico entro l’A.S. 2001-2002 è automaticamente abilitato. Oltre alla possibilità di entrare a scuola come supplente, si può concorrere per il ruolo mediante concorso per titolo ed esami che viene organizzato su base regionale. I vincitori di concorso devono poi sostenere un anno di prova prima di formalizzare l’assunzione.
Le opportunità del mondo della scuola
Gli iter formativi per diventare insegnante sono stati rinnovati perché nel mondo dell’istruzione ci sono problemi che si trascinano da decenni, in primi di tipo strutturale e organizzativo. La scuola italiana ha un gap importante rispetto alle altre nazioni Europee e, in vista delle missioni stabilite dal PNRR, diventa sempre più necessario allinearsi su diversi aspetti. Uno dei più importanti concerne la formazione nel digitale dei docenti, al quale si aggiunge una riorganizzazione del sistema. Per il PNRR scuola il nodo da sciogliere è sui contratti e sulle carriere dei professori: per il primo è previsto un aumento dello stipendio mensile e maggiori garanzie, per il secondo un fondo di 800 mila unità per formare i 640 mila docenti. Questo rinnovamento apre le porte a nuove possibilità per gli insegnanti, anche come formatori per i docenti in alcune discipline strategiche.