Prestiti in busta paga: quali sono e come richiederli

Grazie alle numerose possibilità offerte al giorno d’oggi da parte di banche e istituti finanziari, richiedere un prestito non è mai stato così semplice!

I motivi per effettuare una richiesta del genere sono pressoché infiniti, e le varie tipologie di prestito presenti permettono a chiunque, una volta date sufficienti garanzie, di ricevere in poco tempo la somma di denaro desiderata ed esprimere in un attimo i propri desideri! Nell’articolo di oggi andremo a vedere nel dettaglio quali sono le possibilità per un lavoratore dipendente, e in che percentuale il suo stipendio può essere ceduto come pagamento di un debito. Le terminologie utilizzate per queste formule sono rispettivamente “cessione del quinto dello stipendio” e “delegazione di pagamento”, cerchiamo di scoprire qualcosa in più!

Cos’è la cessione del quinto dello stipendio?

Con la cessione del quinto per i dipendenti privati si identifica quella modalità di prestito in cui il richiedente, regolarmente dipendente e assunto sotto un contratto stabile, firma in un accordo la sua volontà di cedere, come forma di restituzione di quanto dovuto, una percentuale del suo stipendio mensile, fino all’estinzione del debito. Questa forma di restituzione viene chiamata “cessione del quinto” perché nella maggior parte dei casi le parti concordano per una percentuale del 20%, ma in caso di esigenze particolari può essere anche minore.

Si tratta di una formula tendenzialmente gradita dagli istituti bancari, perché quando si parla di garanzie un contratto lavorativo a tempo indeterminato ha pochi rivali. In più una grossa differenza dalle altre tipologie di contratto è riscontrabile nella modalità di raccolta dell’importo. Essendo in questo prestito coinvolta anche l’azienda in cui il dipendente lavora, il quinto dello stipendio viene ceduto ancora prima di raggiungere le mani del lavoratore: in questo modo vengono eliminate a monte tutte quelle incognite relative al passaggio dell’ammontare dalle mani del debitore all’istituto. Tra le garanzie ottime e la cessione facilitata dell’importo, le possibilità di veder accolta una richiesta di cessione del quinto sono molto alte, e non è una sorpresa osservare come questa formula di prestito sia molto diffusa nelle categorie in cui è possibile avvantaggiarsene.

Richiedere la cessione del quinto è possibile nel caso si voglia finanziare un acquisto singolo, ma nel caso in cui la somma richiesta debba essere divisa in più finanziamenti minori, la regola da rispettare è una e una sola: l’importo totale, sommando tutte le richieste, non deve superare i venti punti percentuali. Sorpassata questa soglia, il prestito non verrà concesso senza sé e senza ma, a prescindere dalla retribuzione (anche molto alta) del richiedente.

C’è solo un modo per poter scavalcare questa barriera, ed è la delegazione di pagamento.

Cos’è la delegazione del pagamento?

Rimanendo legalmente all’interno delle possibilità offerte dalla cessione del quinto, non è possibile in alcun modo scavalcare un determinato importo, calcolato sulla base della busta paga. Per rimediare a questo vincolo, però, è possibile attivare una seconda formula di pagamento, da affiancare alla precedente trattenuta sulla retribuzione.

Questa seconda modalità di richiesta si chiama delegazione del pagamento, e si può affiancare alla gestione del quinto. A differenza della prima modalità, i finanziamenti con rimborso tramite delega di pagamento possono arrivare fino ad una soglia pari al 50% dello stipendio mensile netto. Si tratta di un limite molto più alto su cui poter fare affidamento, ma ci sono delle caratteristiche interessanti a cui bisogna prestare attenzione:

– la domanda di finanziamento dev’essere accettata dal datore di lavoro, ed è a firma singola;

– la richiesta di finanziamento non necessita di motivazione o di alcuna giustificazione per la somma che si vuole ottenere;

– essendo un finanziamento dalla durata e dalla rata accordate in anticipo, non subisce le variazioni tipiche di altri contratti al variare dei tassi di interesse;

– eventuali precedenti di cattivo pagamento nel circuito bancario, casi di pignoramenti o protesti in corso non avranno un peso; ugualmente la presenza di altri impegni finanziari non farà differenza;

– dev’essere necessariamente presente una forma di garanzia assicurativa per prevenire problemi in caso di morte o perdita dell’impiego di colui che ha richiesto il finanziamento;

– in caso di mancata disponibilità del TFR o di recente accesso alla cessione del quinto sarà comunque possibile effettuare una delega di pagamento, ad una condizione: l’assunzione minima dev’essere di almeno 24 mesi per i dipendenti di società di capitali.

Formule sicure e senza sorprese

Come scritto in precedenza, per entrambe le modalità di pagamento l’ammontare della tassa mensile e la durata del finanziamento, essendo accordate a priori, permetteranno al richiedente di evitare brutte sorprese o cambi improvvisi tra i pagamenti.

La stabilità di queste formule, possibile solo grazie alla modalità di prelievo dei soldi e del loro legame diretto con un contratto lavorativo, è una soluzione davvero vantaggiosa per tutte quelle persone che, per i motivi più disparati, si ritrovano ad avere la necessità di un’ingente somma di denaro in poco tempo.