Sulle strade italiane sono sempre più numerose le postazioni autovelox installate in modalità fissa, ma anche utilizzate direttamente dagli agenti in modalità mobile.
Molto spesso le infrazioni sono rilevate mediante strumenti non in regola sul piano tecnico oppure utilizzate in modo irregolare da parte degli agenti.
In questo articolo analizzeremo alcuni dei motivi per fare ricorso contro la multa con autovelox.
La mancata taratura periodica dell’autovelox
L’obbligo di effettuare la taratura del dispositivo autovelox è stato sancito dalla Corte Costituzionale e ribadito in numerose sentenze della Corte di Cassazione e dei Giudici di Pace in tutto il territorio nazionale.
Inoltre secondo alcune sentenze non è sufficiente il compimento delle operazioni di taratura, con cadenza annuale, ma è necessaria l’indicazione degli estremi del certificato nel verbale notificato al proprietario del veicolo.
Pertanto quando si riceve una multa accertata con autovelox è necessario verificare se il verbale riporta gli estremi del certificato di taratura del dispositivo. Inoltre anche in presenza degli estremi è sempre opportuno chiedere copia della certificazione (spesso è reperibile online sul sito dell’amministrazione che gestisce il dispositivo autovelox) per verificare se la stessa sia stata effettuata da meno di un anno.
La mancata segnalazione o l’impossibilità di vedere l’autovelox
Molto spesso gli autovelox non sono segnalati, in particolare in molti casi gli autovelox mobili sono poco visibili o volutamente nascosta da parte degli agenti che effettuano la rilevazione di velocità.
Le norme stabilisco che le postazioni autovelox devono essere sempre segnalate e tale segnaletica è obbligatoria sia per le postazioni fisse che per quelle mobili.
In caso di assenza o irregolarità della segnaletica il verbale può essere contestato sulla base di questa motivazione.
Tuttavia in caso di ricorso contro la multa con autovelox non è sufficiente limitarsi ad affermare l’assenza o irregolarità della segnaletica, infatti la Corte di Cassazione con la sentenza n. 23599 del 2017 ha affermato che la carenza della segnaletica deve essere dimostrata dal ricorrente.
L’art. 142 del codice della strada stabilisce che gli autovelox oltre ad essere segnalati devono essere “ben visibili”.
Secondo l’interpretazione della norma non è necessario che sia visibile il dispositivo di rilevazione, ma è sufficiente che sia visibile il veicolo su cui è installato, il box che lo contiene o il palo sul quale è posizionato l’apparecchio.
Negli ultimi due casi la visibilità deve essere garantita da segnali riportanti il simbolo del corpo di polizia ed aventi specifiche caratteristiche individuate dalle norme.
Notifica del verbale oltre i termini
La notifica oltre i termini non vale solo per le multe elevate con autovelox, ma più in generale per tutte le multe che non vengono contestate immediatamente. Ovvero per quelle multe che vengono notificata alla residenza dell’intestatario del veicolo.
Tuttavia proprio con riferimento alle multe accertate con autovelox la Corte di Cassazione ha più volte ribadito che il termine per la notifica della multa decorre dalla data dell’infrazione e non dal momento in cui gli agenti visionano materialmente l’immagine scattata dall’autovelox.
Pertanto è possibile contestale la multa per eccesso di velocità se questa viene notificata oltre il termine di 90 giorni decorrenti dalla data dell’infrazione.
In conclusione quando è possibile contestare il verbale accertato con autovelox
Quelli individuati sono solo alcuni dei motivi in base ai quali è possibile presentare ricorso contro una multa con autovelox, infatti la giurisprudenza ha individuato nel tempo molti altri motivi sui quali contestare le multe per eccesso di velocità.
Pertanto quando si riceve un verbale è sempre utile chiedere il parere di esperti della materia, posto che la stessa è in continua evoluzione e che periodicamente vengono individuati nuovi motivi di ricorso contro i verbali.