Introduzione
Il subwoofer è un componente sempre al centro di ogni discussione, sia fra i professionisti che fra gli audiofili, siano essi esperti o neofiti.
In pratica puoi dire che il subwoofer è in ogni caso un protagonista importante.
In ambito home hi-fi ed in ambito car hi-fi fece la sua comparsa negli anni ’90: ricordo ancora le prime configurazioni push-pull in qualche vano bagagli, formate da due woofer contrapposti sia fisicamente che come fase elettrica, spesso con frequenze filtrate a 200 hz. Soluzione grezza e parecchio discutibile, ma non poteva non piacere. Un woofer per produrre quelle vibrazioni avrebbe dovuto digerire almeno 600w, mentre un piccolo sub con soli 100w ai morsetti poteva già produrne di migliori.
All’inizio anche gli audiofili erano scettici, ma la cosa era trascinante e dava emozioni, fondamentali nella musica. In breve il subwoofer fece il salto di qualità, e dopo pochi anni lo trovammo anche in casa attaccato ad un modesto pc per approfondirne il suono, fra l’altro con risultati eccezionali.
Adesso il tema è ancora più complesso: qualche purista lo odia proprio, altri lo usano anche come tweeter (si fa per dire). Ti spiego cosa dovrebbe fare il subwoofer, tecnicamente e musicalmente.
Perchè il subwoofer
Tralsciandoti discorsi di mode e di gare SPL, il subwoofer è nato per la riproduzione di gamme ultrabasse, e per gamma ultrabassa si intende quella porzione di frequenze che un normale woofer non riesce a spingere, spesso per limiti strutturali della membrana. In genere con un woofer si scende fino a 100Hz, massimo 80Hz, poi ci vuole un subwoofer.
Lo scopo musicale del subwoofer è quello di rinforzare la gamma medio bassa, dando quel colpo infrabasso che scuote pavimenti, schienali e quello che preferisci.
Bisogna anche puntualizzare che la musica di una volta, in stile anni 60, annoverava pochi esempi che potevano necessitare di un vero e proprio subwoofer, almeno qui in Europa: giusto i brani dei Pink Floyd hanno particolari sonori che ne giustificano l’uso. Ora invece, con l’avvento del latino-americano, del rap e di ritmi musicali che coinvolgono sempre di più il jazz ed il soul, il subwoofer prende maggior spazio.
Questo è fondamentale per scegliere il subwoofer che fa al caso tuo, perchè se ti piace la musica jazz è inutile dotarsi di un mostruoso 38mm filtrato a 25 Hz, puoi benissimo accontentarti di una bella cassa fra i 40 hz e gli 80hz con una potenza di soli 300W.
Questo perchè la preponderanza di un subwoofer, seppur coinvolgente, può nascondere il resto della musica.
Progettare un impianto in base al gusto
Se sei un professionista che lavora con la musica, c’è poco da fare: primo luogo non posso insegnarti niente, in secondo luogo sai meglio di me che devi dotarti del meglio sul mercato, quindi scegliere marche costose ed altamente prestazionali. In pratica, parlando del subwoofer, non si bada nè a potenze nè a dimensioni, devi scegliere il meglio in assoluto.
Se sei un audiofilo puoi dotarti del meglio, ma puoi anche spendere meno ed equipaggiarti di un impianto dedicato ai propri gusti musicali. Non devi infatti dimenticare che un professionista potrebbe dover registrare un giorno un pezzo rap ed un altro un brano vocalist.
Premesso questo direi che se sei appassionato di musica rock, dovresti dare al subwoofer un ruolo marginale, quindi ti basterebbe una cassa a rinforzo delle gamme medio basse, che invece devono essere particolarmente qualitative.
Se ti piacciono brani rap o particolari pezzi di discomusic o acid music, dove il basso profondo necessita di spinta per essere apprezzato, devi dotarti di un mostro che digerisce anche 3000W con frequenze anche al di sotto dei 20Hz.
Un buon compromesso invece, per la musica più commerciale che noi tutti conosciamo, è in genere costituito da un subwoofer dal diametro di 32mm.
Questa misura, oltre a lavorare bene su gamme che variano tra i 30Hz e gli 80Hz, annovera una miriade di prodotti di tantissime marche e di grande qualità sia costruttiva che sonora.
Il progetto più universale
Come anticipato la misura regina è intorno ai 32 mm di diametro; se vuoi qualcosa in più puoi arrivare a 38, ma un 38mm predilige i 25 Hz; se vuoi qualcosa meno si può prendere un ottimo 30mm ed in alcuni casi anche un 25mm.
La differenza, salvo parametri elettrici particolari, risiede nella gestione della frequenza, più si scende con gli Hertz più si sale di diametro.
Poi ci sono altre cose che riguardano un buon subwoofer. Alcuni modelli hanno più di una bobina e possono essere alimentati da più finali, ottenendo in tal modo una migliore dissipazione termica a fronte di una resa che è la somma teorica delle potenze applicate. Altri presentano bobine singole raffredate a liquido. Più che di miglior subwoofer si parla di scelte tecniche differenti.
Poi c’è il discorso della membrana, che può essere più o meno rigida. Generalmente un buon sub dei giorni odierni presenta una membrana sulla quale ci si può sedere sopra se non adirittura salirci. Se questo non accade la cassa non è un granchè. La parte morbida ed armonica non è la membrana, come nei vecchi woofer, ma la sospensione, che invece deve essere sensibile e presentare la maggior escursione possibile. Non dimenticare che un buon basso necessita dello spostamento di una notevole massa d’aria, quindi di un subwoofer grande di diametro e dalla sospensione estremamente morbida ed estremamente mobile. La membrana più è rigida più restituisce perfezione sonora esente di spurie.
Conclusioni
Progettare un impianto necessita dello studio di innumerevoli fattori che coinvolgono anche il tuo gusto personale, a meno di costosi ed ambiziosi progetti che nessuno ti vieta di scegliere. Un altro consiglio che mi sento di darti, è di scegliere casse ed amplificatore della stessa marca, perchè i parametri elettrici stabiliti dalle case sono sempre più precisi, e solo in tal modo puoi ottenere il migliore accopiamento elettroacustico.