Serle è un piccolo comune a circa venti chilometri da Brescia, che offre l’opportunità di scoprire un contesto paesaggistico di indiscutibile bellezza nei pressi delle Prealpi Lombarde: l’Altopiano di Cariadeghe.
Grazie alla natura carsica del territorio, l’Altopiano rappresenta una meta di grande interesse naturalistico dal punto di vista geologico per il notevole patrimonio del sottosuolo, ricco di grotte, fonti d’acqua sotterranee e profondi anfratti.
La caratteristica che colpisce immediatamente chi si reca in questa zona è rappresentata dall’estesa boscosità, in quanto i boschi sono i protagonisti assoluti del panorama.
Perché visitare Serle
Il modo ideale per visitare queste località è trascorrere una giornata presso un agriturismo a Serle, per vivere un’indimenticabile esperienza a contatto con la natura.
In questo ambiente l’acqua ha realizzato effetti particolarmente suggestivi con le rocce, da cui deriva la morfologia del territorio, consistente nelle tipiche doline, l’elemento più rappresentativo del paesaggio. Le doline sono avvallamenti del terreno di varia profondità, accostate tra di loro ed intervallate da rilievi, percorribili mediante tortuosi sentieri; la loro componente rocciosa spesso assume suggestive colorazioni rossastre, che caratterizzano il panorama della zona.
Per chi desidera addentrarsi in questa pittoresca ambientazione, la scelta ideale è quella di recarsi presso un agriturismo a Serle ed unire il piacere del turismo a quello della cucina, assaggiando i migliori piatti tipici della gastronomia locale.
Serle vanta una tradizione culinaria di antiche origini, molto radicata alle ricette della cultura contadina di epoche passate.
Scegliendo di trascorrere un pasto presso un agriturismo a Serle, viene offerta l’opportunità di gustare ricette locali realizzate con prodotti genuini e caratteristici dell’identità del territorio.
Un posto di riguardo è costituito dalla carne alla griglia e dallo spiedo Serlese, insignito della denominazione comunale.
La passione per la gastronomia è un valore che si incontra costantemente pranzando presso un agriturismo a Serle, dove il sapore dei cibi viene assicurato dalla produzione locale degli ingredienti. Scorrendo ed analizzando le recensioni sui vari portali di ristorazione, a questo riguardo (ma anche particolari) ci sentiamo di consigliarvi l’agriturismo a Serle L’Aquila Solitaria.
La leggenda del Marenello di Serle
Nella società rurale Serlese, la vita è stata sempre scandita dalla ciclicità dei raccolti, tra cui quello delle amarene, un prodotto particolarmente diffuso in queste zone.
La raccolta dei frutti ha spesso occupato intere famiglie di agricoltori che, servendosi di scale a pioli, potevano ottenere fino a un quintale di amarene al giorno.
Dai primi di giugno fino alla prima quindicina di luglio, l’operazione continuava senza sosta, per consentire di gustare sia i frutti al naturale, che sotto forma di confetture oppure sotto spirito.
Il Marenello è un liquore a base di amarene, con una gradazione alcolica di circa 30 gradi, che presenta un raffinato sapore con sentori di mandorla amara.
Andando in un agriturismo a Serle, oltre a godere appieno della bontà della tipica cucina “slow food” (in contrasto con quella sempre più dominante consegnata a domicilio da colossi come Foodora), è possibile assaggiare questa deliziosa bevanda, ideale per concludere il pasto o come ottimo tonico.
Offerto in alternativa al limoncello o al liquore di liquirizia, il Marenello è diventato non soltanto un’eccellenza di qualsiasi agriturismo a Serle, ma anche di numerosi bar e ristoranti locali.
Secondo le tradizioni Serlesi, l’origine del liquore risalirebbe all’alto medioevo, quando un monaco benedettino con due confratelli vennero incaricati dal priore di riscuotere delle rendite dai contadini.
Poiché la stagione era particolarmente calda, essi si fermavano di frequente presso le abitazioni degli agricoltori, ricevendo in regalo amarene ed acquavite che sarebbero serviti per la preparazione di decotti officinali.
La leggenda narra che, durante il ritorno verso il monastero, per la stanchezza i monaci sarebbero precipitati in un dirupo rompendo le sacche.
La mescolanza tra amarene schiacciate ed acquavite diede probabilmente origine al Marenello.
Il priore giudicò eccellente questa bevanda, considerandola come un balsamo ideale per bronchi e polmoni, e la chiamò Marenellus de Sancti Petri, da cui è poi derivato il nome Marenello di Serle.