Cos’è l’alopecia cicatriziale e cosa la differenzia dalle altre tipologie? Probabilmente, prima di capire come risolvere il problema, è utile fare un po’ di chiarezza.
Definiamo, quindi, alopecia cicatriziale quella che è la perdita definitiva dei capelli e dei follicoli piliferi. Questa avviene a chiazze ed è un processo irreversibile. Quando si parla, quindi, di alopecia cicatriziale prodotti specifici e medicinali non hanno alcun effetto, dato che l’unica soluzione valida è il trapianto di capelli.
Quanto detto non cambia in base a quelle che sono le cause scatenanti dell’alopecia cicatriziale e questo significa che, qualsiasi esse siano, non si torna indietro. Perché? Anche questa è una domanda molto importante.
I capelli non ricrescono e la situazione non è reversibile perché si ha la distruzione delle cellule staminali che formano la protuberanza del follicolo pilifero.
Esistono diversi tipi di alopecie cicatriziali. Riconosciamo, ad esempio, le alopecie cicatriziali primitive e le alopecie cicatriziali secondarie. A queste macrocategorie si aggiungono le alopecie pseudocicatriziali che, a loro volta, possono scaturire da neoplasie, da problemi immunologici o possono essere congenite.
Quale tipologia di trapianto di capelli serve per l’alopecia cicatriziale
Non sempre è possibile trattare l’alopecia cicatriziale in maniera chirurgica. Si tratta, infatti, di una problematica che deve essere affrontata assieme a uno specialista che sarà in grado di suggerire quando è possibile dare luogo a un intervento chirurgico e quale tecnica preferire.
Solitamente alcune forme di alopecia cicatriziale secondaria possono essere curate con il trapianto, che si configura come la soluzione definitiva da prendere in considerazione. Perché si dice questo? Quando si parla di alopecie cicatriziali primarie si devono fare i conti con la distruzione delle cellule staminali che è provocata da una infiammazione che distrugge i bulbi.
Nel caso, invece, di alopecie provocate da lesioni al cuoio che sono da imputare a interventi, traumi, ustioni, radiazioni e così via, allora si può fare qualcosa.
Qui si suggerisce la tecnica di trapianto FUE che prevede l’estrazione di singole unità follicolari dal cuoio capelluto di quella che è la zona donatrice con dei piccoli bisturi circolari.
In questo caso non si preleva un’intera fascia di cuoio capelluto come nella tecnica FUT decisamente più invasiva e che necessita di sutura.
Il trapianto FUE viene eseguito in anestesia locale così da non essere in alcun modo doloroso. Il paziente viene fatto stendere e si inizia a prelevare le singole unità in una zona precisa e ben identificata. Questo ha il vantaggio di non lasciare cicatrici esterne visibili. Sulla zona si formeranno delle crosticine, che andranno via naturalmente. Non essendoci sutura non si dovrà tornare in clinica per togliere i punti e questo è un vantaggio di non poco conto per tutti coloro i quali decidono di riprendere nel minor tempo possibile tutte le attività. Non si rischia il rigetto e il risultato è garantito: i capelli ritornano a crescere dopo un lasso di tempo ben stabilito.
Come detto, si consiglia il trapianto solo in casi di alopecia cicatriziale secondaria, dato che i bulbi non sono completamente distrutti e si può individuare un’area donatrice per riuscire a compiere l’operazione con successo.
L’alopecia cicatriziale, a prescindere dalla causa che la provoca, risulta difficile da trattare e molto delicata. Bisogna sempre confrontarsi con medici esperti e in grado di individuare tutte le migliori soluzioni possibili al problema che di certo non è di poco conto.