Il difficile periodo che ci stiamo lasciando alle spalle ci ha costretto a passare molto più tempo in casa e a riflettere con maggiore attenzione su noi stessi, arrivando a capire se siamo davvero contenti di noi stessi, della nostra vita e del nostro lavoro. Se la risposta è no per almeno una di queste voci, decidere di sottoporsi ad una terapia sia fisicamente sia on line, può essere il primo grande passo per cambiare la tua esistenza.
Come scegliere lo psicologo giusto
Il secondo importante passo riguarda la scelta del terapista: non solo deve essere capace di instaurare una buona relazione con te, indispensabile per poterci aprire e intraprendere un percorso verso una versione migliore di se, ma deve essere anche il tipo di professionista di cui abbiamo bisogno; ad esempio, se soffriamo di disturbo da stress post- traumatico, non dovremmo andare da un professionista esperto in terapie di coppia, ma da uno specialista in questo tipo di disturbi.
Come indicato anche sul sito di alcuni dei principali esperti del settore, come la psicologa Mariella Spilabotte, psicologa e psicoterapeuta di Frosinone da sempre attenta al rattamento dei disturbi d’ansia (come attacchi di panico e agorafobia, ansia generalizzata, ansia sociale, ansia da prestazione, disturbo ossessivo-compulsivo, fobia specifica, ipocondria, depressione e dipendenza affettiva) per questo poi occorre anche capire esattamente, cosa si vuole ottenere: spesso la diagnosi di un problema può essere consequenziale all’inizio del percorso, ma sapere quali sono gli obiettivi finali renderà più chiaro lo scopo del viaggio.
Meglio un terapista privato o pubblico?
Ci sono professionisti pubblici preparati, che hanno degli onorari ridotti o addirittura gratuiti rispetto ai terapisti privati. Nel pubblico però occorre sottostare ad orari poco flessibili e liste di attesa lunghe mesi o anche anni! Il terapista privato è invece più facilmente accessibile, con degli onorari più alti ma maggiore disponibilità di orari e la certezza di non dover subire delle interruzioni dall’esterno durante la seduta.
Mi devo affidare al passaparola per trovare lo psicologo di cui ho bisogno?
Talvolta è meglio consultare amici o persone con cui abbiamo legami più stretti che stanno cercando una terapia o che hanno iniziato questo percorso, così da poter avere delle opinioni dettate dalle loro esperienze. Se già qualcuno di loro ha iniziato un percorso con un terapista e si sta trovando bene, puoi rivolgerti allo stesso professionista e vedere se funziona. O ancora possono consigliarti cosa hanno sbagliato loro quando cercavano un terapista: in questo caso, saprai cosa non fare tu e nel caso si allunghino i tempi di ricerca, ne sarà comunque valsa la pena. Soppesa invece con attenzione i consigli dei conoscenti: non avendo con te un rapporto profondo, potrebbero spesso non volendo consigliarti in modo poco adatto rispetto a ciò che stai cercando
Quali sono i portali online più adatti per trovare uno psicologo?
Di sicuro tutti quei portali che oltre a darti diverse informazioni su dove si trovi il professionista e valutare anche il genere ( nel senso se sei più a tuo agio a parlare con una persona del tuo stesso sesso o di sesso diverso) ,ti permette di visualizzare anche il suo curriculum vitae, le sue specializzazioni, l’onorario per la singola seduta, avere delle foto dell’interno dello studio e visualizzare o ottenere anche delle recensioni.
Fra questi portali ci sono sia quelli generici come dottori.it o miodottore.it ma anche i portali di settore come guida psicologi, psicologi-italia.it, psicologi online, dove potrai raccogliere tutte le informazioni che ti serviranno e confrontarle con quanto ti hanno detto gli amici.
Dopo l’on line e il passaparola, cosa faccio?
Lo step successivo è mettersi in contatto con il professionista e chiedere loro tutto quello che ti occorre sapere prima di iniziare la terapia (es:ha avuto altri pazienti con il mio problema? quali sono le sue aree di competenza?) e poi fissa un incontro. Se scatta il feeling già dalla prima seduta, hai trovato la strada giusta; se invece senti che c’è qualcosa che non funziona, poiché non ti senti a tuo agio o sei troppo teso, non esitare a cercare qualcun altro.
Considera infatti che non c’è una durata standard del percorso, ma è tutto legato in base al problema che devi affrontare (in media si aggira intorno ad un anno, ma ci sono anche percorsi che possono terminare in due anni o in sei mesi) e anche in base alla resistenza che il soggetto presenta al cambiamento, alla sua età e al tipo di disagio. Un mancato feeling con il terapista non solo comporta un percorso molto più lungo ma che non dà poi nessun risultato. Quindi conviene seguire l’istinto, che alla fine ci consiglia sempre per il meglio.