L’importanza del packaging nei prodotti farmaceutici

Il packaging farmaceutico è sempre più soggetto a norme stringenti, volte a definire in maniera chiara e universale sia i requisiti minimi di sicurezza, sia l’aspetto grafico e, dunque, i contenuti da inserire per legge sulla confezione. L’obiettivo della legislazione italiana ed europea, infatti, è quello di consentire un utilizzo corretto e consapevole del farmaco, evitando errori, fraintendimenti o casi di contraffazione.

La tendenza generale, dunque, vuole un packaging farmaceutico sempre più customizzato, pensato cioè per le specifiche esigenze del singolo prodotto. Come sappiamo, difatti, i principi attivi sono diversi tra loro in quanto a deperibilità, resistenza alla luce e/o alle temperature elevate e, a seconda delle esigenze, possono essere commercializzati in forma solida (come nel caso delle pillole), granulare o liquida.

Alla luce di tutto ciò, le aziende che si occupano di progettare e realizzare il packaging dei vari prodotti farmaceutici hanno un interesse sempre maggiore a collaborare con le stesse case produttrici, nell’ottica di un continuo perfezionamento degli standard qualitativi. In tal senso, un esempio italiano virtuoso è Althena, che offre, per l’appunto, la progettazione e la produzione di packaging farmaceutico su misura.

Al contempo, è essenziale tenersi aggiornati riguardo alle novità legislative, in quanto eventuali errori o semplici sviste possono dar luogo a dure sanzioni. La confezione di un farmaco, pertanto, non va vista solamente come un banale involucro, necessario per proteggere il prodotto o per invogliare la gente ad acquistarlo, bensì come un mezzo per informare adeguatamente sia il paziente che gli operatori sanitari.

Packaging primario e secondario 

Uno degli aspetti di maggiore interesse, a proposito del packaging farmaceutico, riguarda la distinzione tra packaging primario e secondario. Una differenza che, purtroppo, per molti è ancora poco chiara.

Il packaging primario è, infatti, l’involucro che riveste il prodotto e che ha lo scopo di proteggerlo dagli agenti provenienti dal mondo esterno: umidità, calore, luce solare. Nel caso di un farmaco, esso ricopre un’importanza vitale, in quanto preserva le sue proprietà terapeutiche e, al contempo, evita che eventuali modificazioni possano rendere il prodotto non solo inefficace, ma addirittura nocivo per la salute.

Il packaging – o imballaggio – secondario ha, invece, una funzione maggiormente informativa. Parliamo, infatti, della confezione, solitamente in cartoncino, che riporta tutte le informazioni necessarie per un uso corretto del prodotto (principi attivi, posologia, nome commerciale, ecc.), per la sua identificazione, ma soprattutto per il tracciamento dell’intera filiera, dalla casa produttrice fino al medico o paziente.

Come realizzare un buon packaging?

 Informare, proteggere, tracciare: le funzioni del packaging farmaceutico, sia primario che secondario, possono essere riassunte in questi tre concetti essenziali. Tuttavia, se a parole tutto ciò sembra facile, nella realtà, adeguarsi ad una miriade di norme e protocolli è più complesso di quanto si possa credere.

Dunque, è qui che entra in gioco l’abilità delle aziende del settore che, da un lato sono obbligate a tenere conto delle prescrizioni in vigore, dall’altro devono soddisfare anche esigenze di carattere commerciale.

Conciliare i due aspetti – funzionalità ed estetica – è la nuova sfida di chi produce imballaggi per farmaci, che si traduce in uno sforzo costante nel creare confezioni ricche di contenuti, ma al contempo gradevoli nell’aspetto, che proteggano il prodotto dall’ambiente esterno e non respingano i potenziali acquirenti.

Ancora una volta, la tecnologia ci viene incontro con nuovi materiali e nuove soluzioni in fatto di design, ma anche con vari metodi di tracciamento che, fino a pochi anni fa, sarebbero stati impensabili. Ed è proprio dall’unione tra esperienza e innovazione che nasce quello che, oggi, può essere considerato un buon packaging: un imballaggio pratico e sicuro, che tenga conto delle esigenze di produttori e utenti.