La sindrome dell’occhio secco è dovuta ad un’alterazione dell’equilibrio che regola la secrezione del film lacrimale, infatti quando la quantità o la qualità delle lacrime si altera, l’occhio tende a seccarsi.
É una patologia oculare molto diffusa: in Italia ne soffre circa il 25% della popolazione, colpisce soprattutto le donne dopo i 45 anni.
Questa sindrome viene classificata in due forme:
– Disclarimia: eccessiva evaporazione lacrimale, causata dall’ostruzione o da un cattivo funzionamento delle ghiandole di Meibomio, che si trovano nelle palpebre;
– Ipolacrimia: ridotta produzione lacrimale, si verifica quando le ghiandole non producono sufficiente quantità di soluzione lacrimale.
Cos’è il film lacrimale?
Il film lacrimale è costituito da tre strati:
– acquoso, è responsabile dell’osmolarità delle lacrime, veicola sostanze trofiche per l’epitelio e funziona come tampone;
– lipidico, ritarda l’evaporazione della componente acquosa, previene la contaminazione con i grassi della cute, previene la fuoriuscita delle lacrime;
– mucoso, protegge la cornea da batteri e lubrifica la superficie corneale.
Le funzioni del film lacrimale sono quelle di eliminare le irregolarità mantenendo la cornea liscia e regolare, lubrifica le superfici congiuntivali, palpebrale e bulbare, provvedendo con l’ammiccamento all’eliminazione di corpi estranei, nutre la cornea che è priva di vasi sanguigni e migliora la trasparenza ottica.
Sindrome dell’occhio secco: sintomi
I sintomi più diffusi sono proprio la sensazione di secchezza oculare o di avere un corpo estraneo, prurito, bruciore, affaticamento, arrossamento degli occhi, fotofobia (sensibilità alla luce), fino ad arrivare anche a alterazione della vista e in alcuni casi dolore.
Quelli appena elencati sono tutti sintomi che tendono a peggiorare e creare difficoltà nelle attività di tutti i giorni e se trascurate possono portare anche a lesioni della superficie oculare.
Sindrome dell’occhio secco: fattori di rischio
Alla base di questa sindrome vi è una disfunzione delle ghiandole di Meibomio, che sono responsabili della produzione della componente lipidica del film lacrimale.
Alcuni fattori di rischio sono;
– età, si manifesta soprattutto dopo i 50 anni;
– infiammazioni croniche della cornea;
– congiuntiviti allergiche;
– blefariti croniche;
– malattie metaboliche;
– squilibri ormonali;
– utilizzo eccessivo di lenti a contatto;
– abuso di cosmetici
– utilizzo prolungato di videoterminali
Sindrome dell’occhio secco: diagnosi
Oltre a un’accurata visita oculistica, che solitamente include un’accurata valutazione del campo visivo, ci sono diversi altri test per valutare se la produzione di lacrime è adeguata, alcuni di questi sono:
– test di Schirmer: si effettua tramite una strisciolina di carta inserita nel sacco congiuntivale per circa 5 minuti, viene valutata la lunghezza della porzione imbevuta;
– misurazione del menisco lacrimale, tra il bulbo e il margine della palpebra inferiore;
– la colorazione con fluoresceina, rosa bengala e verde di Lisammina (che aiutano a valutare le condizioni della superficie epiteliale);
– test dell’osmolarità lacrimale, per valutare il grado di alterazione delle lacrime.
Sindrome dell’occhio secco: prevenzione e cura
Per questo tipo di patologia la prevenzione è sicuramente l’arma migliore: ecco perchè è utile evitare di passare molte ore davanti al computer, disporsi ad almeno 30cm di distanza dai videoterminali, proteggersi con gli occhiali da sole soprattutto in presenza di vento o forte luce, se possibile deumidificare l’ambiente in cui si vive o si lavora.
Si può fare una buona prevenzione anche assumendo vitamina B2, vitamina C, alimenti ricchi di grassi Omega 3, bere molta acqua, mangiare abbondanti quantità di frutta e verdura.
Per quanto riguarda la terapia, è sempre consigliato evitare il “fai da te” ma affidarsi al medico oculista che a seconda dello stadio della malattia e dell’entità dei disturbi, potrà consigliare la terapia più idonea.
Nello stadio iniziale può essere sufficiente utilizzare colliri a base di lacrime artificiali, che si distinguono a seconda della loro formulazione:
– diluenti, in gradi di allontanare le sostanze prodotte dal metabolismo cellulare;
– stabilizzanti, aumentano la stabilità del film lacrimale;
– di volume, capaci di trattenere acqua;
– nutrienti contengono sostanze in grado di migliorare il trofismo dell’epitelio sofferente.
La chirurgia nella sindrome dell’occhio secco
Per i casi più avanzati della patologia è utile anche la terapia chirurgica.
La più utilizzata e la più semplice consiste nella chiusura dei punti lacrimali con dei tappi piccolissimi di silicone chiamati “punctum plugs“. Con l’occlusione dei canali lacrimali i pazienti trovano sollievo grazie al fatto che le lacrime rimangono sulla superficie dell’occhio, permettendo una idratazione e lubrificazione ideali.
Un trattamento innovativo, come spiega il dott. Dario Severino, oculista, è costituito dalla terapia con Luce Pulsata Intensa Regolata (IRPL), che va ad agire sulle ghiandole di Meibomio, stimolandone il corretto funzionamento e la produzione della componente grassa, utilissima per la corretta funzionalità del film lacrimale.
Il trattamento è completamento indolore e privo di controindicazioni e consiste nel somministrare una serie di impulsi luminosi intorno alla palpebra inferiore, dall’interno verso l’esterno dell’occhio. Già dopo due ore dall’intervento il paziente avverte una sensazione di benessere dovuta all’efficacia del trattamento.
Il ciclo prevede 3 sedute, solitamente una ogni 15 giorni, in questo modo si è certi di raggiungere i risultati desiderati.